Chilometri di filari che, seguendo dolcemente le curvature delle colline, creano giochi di colore unici e meravigliosi. Al verde predominante dei cipressi e degli oliveti si aggiunge in primavera il rosso dei papaveri e in estate il giallo dei campi di grano e dei girasoli. E’ tuttavia in autunno che si raggiunge l’apice dello splendore, una vera e propria esplosione cromatica di giallo, arancione, rosso, verde e marrone.
Questo è il panorama che offre la campagna toscana, peccato però che troppo spesso si scelga di goderne preferendo la comodità dell’automobile al più salutare trekking.
Da appassionato escursionista riconosco che per questo tipo di turismo potrebbe essere fatto uno sforzo maggiore a livello di comunità. Di strade vicinali, rurali, forestali, viottoli e sentieri ne avremmo una miriade, e se organizzati a dovere, riattivando cioè qualche tratta in disuso e segnalandoli adeguatamente, potremmo incentivare un turismo salutare e salutista, a contatto con il territorio e con i frutti da esso prodotti. Al momento infatti si registrano soltanto pochi eventi all’anno, organizzati principalmente da qualche viticoltore del luogo di concerto all’apertura della propria cantina. Niente di veramente strutturato.
I sentieri principali sono un lascito della storia (un tempo da queste parti passava la Via Francigena), ma la vera risorsa è la presenza capillare delle capezzagne, che contribuiscono a disegnare il paesaggio dei vigneti. Poste in senso ortogonale ai filari possono essere sterrate e talvolta inerbite, permettono l’accesso agli spazi tra i filari e le manovre di svolta dei mezzi agricoli, disegnando sul territorio i confini dei vigneti. Si tratta in sostanza di superfici improduttive, ma funzionali alla gestione delle colture e che hanno un elevato valore paesaggistico.
Tale rete di percorsi paesaggisticamente suggestivi, opportunamente valorizzata, potrebbe diventare un punto di forza dell’offerta turistica sostenibile del territorio.
A questo scopo vi segnalo la ricostruzione di un breve trekking da me recentemente affrontato. Sarà senza dubbio un’esperienza rilassante e a contatto con la natura. Punti ristoro ufficiali non esistono, ma una fattoria lungo il percorso dove poter assaggiare i prodotti della terra quella no, non manca.
Sicuramente inutile, ma doveroso, ricordare che eventuali rifiuti si conservano e si gettano nell’immondizia una volta rientrati in appartamento!
Rispettando la natura, rispetteremo anche noi stessi!
Personalmente per muovermi in sicurezza mi affido alle App tipo ViewRanger o Google Map, in alternativa vi posso suggerire la:
CARTA TURISTICA E DEI SENTIERI